Emeco

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La filosofia di Emeco: continua a fare cose che durano

Quando pensiamo a Emeco (macchina elettrica e attrezzatura), viene subito in mente la Emeco 1006, chiamata anche sedia Navy. Questa sedia in alluminio fu commissionata negli anni '40 dalla Marina degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale per l'uso su navi da guerra: il contratto specificava che "doveva essere in grado di resistere a colpi di siluri al lato di un cacciatorpediniere". La fondatrice di Emeco, Witton C. "Bud" Dinges, progettò la 1006, una sedia così resistente che superò di gran lunga le specifiche della Marina: quando Dinges gettò una sedia fuori da una finestra del sesto piano in uno show di mobili di Chicago, sopravvisse intatta tranne per alcuni graffi. La maggior parte delle sedie da guerra sono ancora in perfette condizioni e sono occasionalmente disponibili sul mercato civile americano come surplus militare da navi della naftalina.



Negli anni 2000, la sedia era la base di una nuova linea di mobili in alluminio progettata dal designer francese Philippe Starck. Oltre a Philippe Starck, l'Emeco ha collaborato con diversi designer di fama internazionale: Adrian Van Hooydonk, Norman Foster, Ettore Sottsass, Frank Gehry, Michael Young, Christophe Pillet, Jean Nouvel, Konstantin Grcic.
La filosofia dell'azienda sta diventando sempre più tesa la sostenibilità e la compatibilità ambientale: Emeco ha sviluppato un nuovo materiale ecocompatibile basato su una formula che utilizza il 90% di rifiuti industriali, recupera le fibre di plastica e di legno dai pavimenti dell'industria, materiali che altrimenti finirebbero nella discarica.


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